di Annalisa Conti
La violenza domestica mi ha toccato da vicino. Se avete letto Amati o Amàti questione di accento lo sapete, è un tema che abbiamo raccontato molto nel libro scritto da me e altre 12 fantastiche donne.
Se ne parla spesso ma forse mai abbastanza visto che i fenomeni di violenza tendono a non diminuire.
È chiaro e non si discute sul fatto che un uomo non si possa mai, e sottolineo mai, permettere di mancare di rispetto a una donna, oltretutto non sarebbe neppure qui se una donna non l’avesse messo al mondo. Non ha nessun diritto nei suoi confronti sia nei panni di genitore, collega, datore di lavoro, amico o compagno di vita. Nessun uomo deve mai pensare di potersi prendere con la forza ciò che desidera! E con forza intendo non sono quella fisica, ma anche quella verbale e psicologica che non lascia evidenti cicatrici ma segni che per anni minano l’identità, la dignità e l’autostima. Sono, infatti, tutti quei comportamenti che portano a svalutare la persona attraverso il sarcasmo, la derisione anche pubblica e le continue critiche e offese – alle sue idee, alle persone a cui è legata e alle cose che fa – che la inducono a credere di non valere nulla, di non essere autonoma e di non aver personalità.
Mi rivolgo a chiunque, al genere umano in senso ampio. Pensate che la violenza psicologica arrivi solo dagli uomini?
Riallacciandomi al tema del mese della nostra redazione, la solidarietà, nella mia rubrica vi ho parlato di Sorellanza femminile, e proprio su questo vorrei puntare l’accento: la violenza psicologica è una forma di abuso che può venire anche dalle amicizie, dalle colleghe, tra le adolescenti nelle compagnie, in ogni ambito in cui si trovano più donne.
Quante volte tra donne non si fa gruppo?
- Si usano parole offensive ed etichette discriminatorie parlando di un’altra donna
- Si generalizza pensando che se una donna ha fatto carriera sicuramente il suo valore sul lavoro è dato anche dall’aspetto estetico, dall’avere comportamenti che compiacciono un uomo nella scala gerarchia sopra di lei e sminuendo così il suo successo
- Si fa del sarcasmo esponendo i segreti di altre donne ad altri o in pubblico
- Si giudica il suo aspetto esteriore, il modo in cui si veste, come si trucca o se non lo fa
- Si colpiscono i suoi punti deboli
- Si è gelose, invidiose e si cerca di svalutare l’altra per risultare migliore
Quali sono le principali conseguenze della violenza psicologica? Sicuramente è l’impatto negativo sull’autostima: si tende a sentirsi in colpa, costantemente sbagliate, come se ci fosse qualcosa che non va in noi arrivando persino a credere di meritarci un trattamento simile.
Noi donne siamo le prime che dobbiamo credere in noi stesse e rafforzare la nostra autostima per compiacere solo a noi e a nessun altro. Come ci vorremmo noi? Cosa faremmo se non dovessimo compiacere nessuno se non noi stesse? Ricordate che noi siamo le prime che dobbiamo preservarci dalla violenza evitando di ricadere negli stereotipi che ci spingono ad incarnare la donna perfetta e che nessuno ha potere su di noi e ha il diritto di farci sentire sbagliata e di poco valore. Non permettiamoglielo!